nella foto la pallina BXC sul logo Fibs che si intravede sullo sfondo
nella foto Arjola alla battuta
"Del Brasile apprezzo la capacità di quel popolo di divertirsi con poco. E' un paese pieno di colori, o almeno così me lo immagino, ma anche di contrasti. Penso alle condizioni di vita delle Favelas...".
Ariola Dedaj ci parla al telefono di un 2016 che per lei ha viaggiato a mille: dalla prima partecipazione alle Paralimpiadi al premio Ambrogino d'Oro che il Comune di Milano le ha conferito mercoledì 7 dicembre assieme ad altri 14 cittadini, tra i quali Antonio Albanese, Letizia Moratti e Mario Lavezzi.
"E' stata una sorpresa" commenta Ariola "Ma la vivo con soddisfazione. Io sono solo una milanese adottiva, ma questo premio mi fa sentire più milanese e ancora più grata per l'accoglienza che l'Italia mi ha dato".
Come raccontiamo in un altro articolo del sito, Arjola Dedaj è nata in Albania nel 1981 e vive in Italia dal 1998.
Oltre alle Medaglie d'Oro, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha consegnato 20Civiche Benemerenze.
Ariola a Rio ha partecipato a 3 gare per persone con problemi alla vista: 100 metri, 200metri e salto in lungo.
nella foto sopra riprodotta Arjola in azione di salto in gara a Rio
"Il miglior risultato l'ho ottenuto nel salto in lungo, visto che sono arrivata sesta e ho stabilito il nuovo record italiano. Nel 100 e nei 200 metri non sono andata oltre lequalificazioni. Ma sapevo benissimo prima di partecipare che non avrei potuto fare di più. Diciamo che in queste gare ho rotto il ghiaccio ad alto livello...".
Più che gareggiare, a Rio è stato difficile arrivarci: "E' proprio così. L'Italianell'atletica aveva pochi posti e non tutti gli atleti che avevano i risultati minimipotevano partecipare. Quando in un primo momento ero stata inserita tra le riserve, ho comunque continuato ad allenarmi. Certo, non è facile allenarsi con la stessa intensità, se non si è certi di partecipare".
Poi i problemi avuti dalla Russia con il doping di Stato ti hanno aiutata: "Sì, l'Italia ha ottenuto un posto in più e ho potuto raggiungere a Rio il mio compagno Emanuele Di Marino".
Emanuele, nato con una malformazione ossea che prende il nome di piede torto di terzo grado, ha gareggiato nei 100, 200 e 400 metri: "Nei 400 metri è arrivato in finale, ottenendo il miglior risultato a cui potesse ambire. Sono molto felice per lui".
E tutti siamo felici per il fatto che La Coppia dei Sogni ha coronato il suo sogno: "E' un sogno che abbiamo coltivato assieme e ancora non posso credere che è successo davvero.
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nella foto sopra Emanuele ed Arjola
A ripensarci a freddo, provo un'emozione molto forte. Quando sei lì, non cogli fino in fondo l'importanza di quello che stai facendo. Vivi una favola a bocca aperta...è difficile da descrivere. Potendo farlo, vorresti rivivere tutto con una maggiore consapevolezza".
Quindi, bisogna rifarlo: l'obiettivo (non più un sogno) adesso potrebbe essere Tokyo 2020? "Non è che potrebbe essere, è già un obiettivo...".
Ripensando al risultato, davvero non potevate ottenere di più ? "Nel risultato di solito c'è tutto. Certo, non è detto che anche partendo favoriti e ben preparati si vinca, così come non si può escludere che un po' di fortuna aiuti a ottenere un risultato superiore alle aspettative".
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Senti, a Tokyo 2020 ci saranno anche baseball e softball: "Lo so. Adesso il sogno è che alle Paralimpiadi possa essere ammesso il baseball per ciechi. E' una disciplina che merita il palcoscenico assoluto e spero che presto si possano disputare campionati continentali e mondiali. Mi permetto di lanciare un'idea: una partita dimostrativadurante le principali manifestazioni internazionali di baseball e di softball".
Per te il baseball per ciechi non è un'esperienza finita, dunque: "Assolutamente no. Quest'anno non ho giocato perchè stavo recuperando da un infortunio e volevo dedicare tutte le energie ai Giochi di Rio. Ma ho partecipato al Torneo di Fine Stagione con i Thunder's Five di Milano ed Emanuele mi ha fatto da assistente. La Associazione Baseball per Ciechi (AIBxC) mi ha anche consegnato un premio. Mi hanno commossa".
di Riccardo Schiroli
sopra rappresentata la cartolina ricordo dell'opening day del primo campionato BXC il 13 aprile 1997 con riprodotto ll campo ed i giocatori schierati in difesa.